Riqualificazione immobiliare in vista di una vendita, perché conviene?

La riqualificazione immobiliare può essere un’ottima strategia per aumentare il valore di un immobile prima di venderlo: sostanzialmente lo rende più attraente per i potenziali acquirenti, e ciò permette di concludere l’affare più rapidamente e ad un prezzo maggiore, ma non solo. Ecco alcuni motivi per cui conviene investire nella riqualificazione immobiliare prima di vendere, per orientarsi nel valutare il tipo di ristrutturazione.

Riqualificazione immobiliare in vista di una vendita: motivi per cui conviene

Riqualificare il proprio immobile in previsione di una vendita? La maggior parte delle persone può pensare che si tratti di un’opzione dispendiosa ed inutile. Di fatto non è così: come insegna anche la strategia immobiliare dell’Home Staging, presentare ad un potenziale cliente una casa in buone condizioni, pronta per essere vissuta e con particolari accattivanti può essere estremamente vantaggioso. Esistono comunque numerosi altri motivi che rendono la riqualificazione immobiliare in tali contesti una scelta conveniente, come i seguenti:

  • Aumento del valore dell’immobile: una casa ristrutturata si vende ad un prezzo maggiore, soprattutto se le migliorie riguardano l’efficientamento energetico e l’estetica.
  • Rapporto costi-benefici: alcuni interventi di riqualificazione seppur effettuati a costi contenuti, possono avere un grande impatto sulla percezione e sull’attrattività dell’immobile, come la riparazione di eventuali crepe, la pittura interna ed esterna, la pulizia approfondita, il giardinaggio o l’eliminazione di muffe e cattivi odori.
  • Maggiore rapidità nella vendita: un’immagine curata e piacevole all’occhio può contribuire ad aumentare l’interesse dei potenziali acquirenti, aiutando ad accelerare il processo di vendita, così come la presenza di migliorie funzionali (ad esempio una caldaia di ultima generazione o la predisposizione ad un impianto di condizionamento).
  • Riduzione dei costi di manutenzione a lungo termine: è un’altra attrattiva essenziale per l’acquirente, che può velocizzare il processo di compravendita ed aumentare il prezzo/valore della casa.
  • Possibilità di usufruire di detrazioni fiscali per lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica

In generale, quindi, la riqualificazione immobiliare può rappresentare una buona strategia di vendita. Tuttavia, è importante valutare attentamente i costi e i benefici degli interventi, in modo da assicurarsi che l’investimento sia conveniente e adeguato alle proprie esigenze. Non servono sempre grandi lavori, dipende anche dal tipo di immobile che si ha, dal luogo in cui è situato, dalle richieste del mercato, dalle condizioni in cui si trova. Vale comunque la pena di rifletterci, facendosi aiutare anche da un esperto del settore, ad esempio un agente immobiliare qualificato, come i consulenti iad.

Interventi di riqualificazione energetica, quali sono?

Un discorso a sé stante meritano sicuramente gli interventi di riqualificazione energetica. Quando si vende un immobile è obbligatorio consegnare all’acquirente un attestato di prestazione energetica APE, indicativo della classe di appartenenza (dalla A per i migliori alla G per i peggiori). Certamente nulla vieta di vendere una casa in classe F o G, ma il valore sarebbe basso, senza considerare che l’obiettivo della Comunità europea è quello di portare tutti gli edifici residenziali dei Paesi Membri almeno ad una classe E entro il 2030. Ciò comporterebbe per l’acquirente la necessità di impegnarsi economicamente (magari subito dopo aver avviato un mutuo per l’acquisto) per riqualificare energeticamente la casa appena comprata. È chiaro che in un siffatto contesto concludere una vendita si fa più complesso, così come è evidente che la riqualificazione energetica comporta spese spesso importanti. Qui di seguito sono elencati alcuni esempi di interventi:

  • Isolamento termico: è uno dei metodi più efficaci per migliorare l’efficienza energetica di una casa. Si può installare il cosiddetto “cappotto” esternamente, lungo tutto l’involucro dell’edificio, internamente, sul tetto o sotto il pavimento.
  • Sostituzione degli infissi: cambiare le vecchie finestre con nuove a bassa dispersione termica e doppio vetro è una soluzione ottimale, con costi diversi in base al materiale prescelto: legno, pvc, alluminio.
  • Impianto di ventilazione meccanica controllata (VMC): permette di migliorare la qualità dell’aria interna della casa, eliminando umidità e sostanze inquinanti e prevenendo la formazione di muffe e funghi, per una casa più salubre e con minore dispersione termica.
  • Sostituzione della caldaia vecchia con una di nuova generazione, più efficiente, in grado di ridurre il consumo di combustibile e i costi di riscaldamento.
  • Utilizzo di fonti di energia rinnovabile: pannelli solari termici o fotovoltaici (anche da balcone) possono ridurre i costi energetici.
  • Impiego di lampade e lampadine a LED a basso consumo di energia elettrica.
  • Sigillatura delle fessure e delle crepe nelle pareti e nei pavimenti: oltre a migliorare l’estetica riduce la dispersione del calore.

Bonus e detrazioni fiscali per la riqualificazione immobiliare

In generale, gli interventi di riqualificazione energetica possono contribuire a ridurre i costi energetici a lungo termine e migliorare il comfort e la qualità dell’ambiente interno della casa. Tuttavia, possono avere un costo notevole, non alla portata di tutte le famiglie e men che meno di chi vuole mettere in vendita l’immobile oggetto dell’efficientamento. In tal senso vanno comunque considerati tutti i bonus e le agevolazioni fiscali sotto forma di detrazione che lo Stato offre, come i seguenti:

  • Bonus ristrutturazione: consiste in una detrazione dall’Irpef del 50% per le spese sostenute sugli interventi di ristrutturazione edilizia, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare.
  • Ecobonus: consente una detrazione fiscale del 50% o del 65% sui costi sostenuti per interventi di riqualificazione energetica; si può richiedere per la sostituzione della caldaia, per gli infissi, per l’installazione di impianti fotovoltaici, per il cappotto termico, ed altre opere similari.
  • Superbonus 110%: introdotto dal Decreto Rilancio per il 2020, consentiva di ottenere una detrazione fiscale del 110% sulle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici, coinvolgendo una serie importante di interventi come l’isolamento termico, la sostituzione degli infissi, installazione di pannelli solari, impianti di ventilazione e molto altro ancora. Attualmente questo bonus è stato cancellato, fatti salvi gli interventi già iniziati.
  • Sisma Bonus: prevede una detrazione fiscale del 50% o del 85% per le spese sostenute per la messa in sicurezza antisismica degli edifici. È applicabile anche a interventi di riqualificazione energetica effettuati contestualmente agli interventi di sicurezza antisismica.
  • Bonus mobili ed elettrodomestici: se l’acquisto è conseguente ad una ristrutturazione e gli elettrodomestici sono in classe energetica A + o superiore, si può ottenere una detrazione fiscale del 50% o del 65% .

In generale, gli incentivi fiscali possono rendere gli interventi di riqualificazione energetica e strutturale più convenienti e accessibili, tuttavia vanno considerate con attenzione le condizioni ed i requisiti, soprattutto perché attualmente le norme fiscali cambiano repentinamente.

Riepilogo dell'articolo

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