Cos’è la SCIA edilizia e come richiederla

In caso di ristrutturazione edilizia spesso è necessario richiedere dei permessi, come la SCIA, la CILA o il PDC. La loro presentazione, nonché l’adeguata documentazione eseguire dal tipo di lavori edili da eseguire. Ecco tutto quello che occorre sapere sulla SCIA.

Cos’è la SCIA edilizia?

Il termine SCIA è l’acronimo di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività. È, di fatto, la richiesta di un permesso a procedere con dei lavori edili ben definiti, presentato con la legge n° 122 del 30 luglio 2010, in insieme della DIA (Denuncia di Inizio Attività). L’obiettivo era quello di semplificare la procedura burocratica, ma di fatto per lungo tempo l’ha complicata in quanto i due permessi sono coesistiti fino al 2016, quando una nuova normativa (decreto-legge 222/2016) ha apportato delle modifiche sostanziali al Testo Unico per l’Edilizia (DPR 380/2001): la DIA è stata abolita definitivamente. Attualmente, per l’edilizia restano in vigore la SCIA, la CILA ed il PDC, che vanno presentati a seconda dei casi.

SCIA, CILA, PDC qual è la differenza?

La differenza sta nella tipologia dei lavori:

  • La SCIA si presenta in caso di manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo nonché di ristrutturazione edilizia leggera che non modifica la struttura dell’immobile o edificio, pur agendo su essa (ad esempio il rifacimento del tetto).
  • Il PDC o Permesso di Costruire serve invece quando bisogna osare origine ad una nuova struttura edilizia, o quando si modificano le volumetrie oi prospetti.
  • La CILA o Comunicazione Inizio Lavori Asseverata è necessaria per interventi di manutenzione ordinaria o, più in generale, se si interviene su tramezzi e parti non strutturali.

 

SCIA, per quali lavori è obbligatoria?

Nello specifico e per semplificare, la SCIA serve quando i lavori edili riguardano elementi strutturali come un muro portante, un solaio, un pilastro. Questi alcuni esempi tra i lavori edili più comuni che consuetudine tale permesso:

  • Il foro di un solaio per realizzare una scala tra due piani
  • Apertura di nuove porte o finestre
  • Realizzazione di un solaio
  • Rifacimento del tetto
  • Consolidamento delle fondamenta
  • Installazione di ascensori o montacarichi interni o esterni all’edificio

Si tratta di lavori importanti quindi, che tratta la progettazione di un ingegnere del Genio Civile, in grado di certificare la stabilità dell’edificio dopo i lavori. Va sottolineato che la realizzazione di lavori edili soggetti a SCIA deve sempre rientrare nell’ambito delle concessioni edili ed urbanistiche, nonché paesaggistiche, come definito nel certificato di agibilità . Gli ambiti applicativi possono variare a seconda del Comune e della Regione.

SCIA edilizia inizio lavori, quanto tempo?

La SCIA edilizia è una segnalazione di inizio lavori che va fatta al Comune su cui insiste l’immobile. L’attività può essere iniziata subito dopo la presentazione della stessa. Non occorre attendere un’autorizzazione. Tuttavia l’ufficio tecnico comunale ha a disposizione 60 giorni per verificare la documentazione e controllare che non vi siano abusi (attuali o pregressi) che interessino l’immobile oggetto di SCIA. In caso di un siffatto riscontro i lavori possono essere bloccati. Più in generale, possiamo dire dunque che per ottenere un permesso di SCIA occorrono da una settimana ad un massimo di due mesi. Dipende dal Comune. Una volta ottenuto il permesso questo ha una durata di 3 anni. Nel caso i lavori non terminassero entro questo periodo occorrerà richiedere una nuova autorizzazione.

SCIA edilizia, come richiederla e qual è il costo?

La SCIA va richiesta un nome del proprietario dell’immobile che intende svolgere i lavori edili, ma va presentata e redatta da un professionista da questi delegato. In genere si tratta di un architetto, ingegnere o geometra, abilitati. Questo perché richiede una dettagliata descrizione tecnica della ristrutturazione con tanto di firma da depositare e protocollare presso l’ufficio competente del Comune. In genere si invia una PEC. E’ fatto l’obbligo anche di nominare un direttore dei lavori per il proseguo. Quanto costa tutto ciò? Dipende! Non esiste un tariffario unico. Ogni professionista può chiedere un compenso diverso, anche in base alla complessità del progetto: in genere si attesta comunque tra il 10 ed il 15% del totale dei lavori. Esistono poi gli oneri comunali: circa 300 euro di diritti di segreteria.

Riepilogo dell'articolo

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