È vero che il riscaldamento a pavimento consente di risparmiare notevolmente sulle bollette energetiche? Perché? Come funziona? Esistono agevolazioni fiscali che permettono di ammortizzare la spesa iniziale della realizzazione dell’impianto? La risposta è sì e in questo articolo vedremo come.
Riscaldamento a pavimento, come funziona
Prima di capire come funziona un riscaldamento a pavimento occorre spiegare in breve di cosa si tratta. È un sistema (elettrico o ad acqua) che si applica sotto la pavimentazione, in modo uniforme in tutta la casa. Una volta avviato produce calore mediante irradiazione, dal basso verso l’alto. Lavorano a temperature minime rispetto ai comuni termosifoni (ad esempio gli impianti ad acqua necessitano di una temperatura del liquido a 30° C contro i 70° dei sistemi tradizionali) e già da questo si può dedurre un notevole risparmio energetico oltre che un miglior confort ambientale. Possono essere collegati a qualunque impianto energetico, dalla caldaia a gas a quella a pellet o pompe di calore, ma anche a fonti rinnovabili come i pannelli solari o quelli fotovoltaici. Il sistema ad acqua, inoltre, permette un impiego anche in estate: programmando il termostato su basse temperature rinfresca il pavimento e dunque l’ambiente evitando o riducendo l’impiego del condizionatore.
Come risparmiare con il riscaldamento a pavimento
Il riscaldamento a pavimento permette un risparmio sulle bollette energetiche di circa il 30%. Un esempio concreto? Con il sistema elettrico riscaldare un ambiente di 9 mq costa come il consumo di 3 lampadine da 100 watt. È importante però prestare attenzione ad alcune accortezze:
· Vanno evitati tappeti (possono trattenere il calore)
· In fase di realizzazione vanno scelte pavimentazioni con uno spessore minimo da applicare con fughe strette (va bene comunque qualunque materiale, dal marmo al parquet ai laminati)
· Impiegare termostati che permettono di impostare una temperatura e mantenerla stabile. Preferibilmente diversificarli per zone domestiche (ovvero se il salotto è impiegato solo dopo cena, preferire una temperatura più calda in questa fascia oraria)
· Non impostare i termostati a temperature troppo elevate: 18- 20° costanti per tutto il giorno vanno bene anche nelle giornate più rigide
· In caso di ristrutturazione aggiungere a questo sistema una buona coibentazione delle pareti ed infissi termici che evitino dispersione di calore
La regola più importante però è un’altra: non vanno accesi e spenti in continuazione come i tradizionali caloriferi, al bisogno. Questi sistemi sono efficienti se lasciati costantemente accesi, a meno che non si vada via per una vacanza più giorni. Questo perché richiedono più tempo dei termosifoni per innescare un calore generale. Infine, va detto che non richiedono una grande manutenzione, ma allo scopo di evitarla può convenire impiegare addolcitori dell’acqua e prima ancora affidarsi ad una ditta qualificata per la realizzazione dell’impianto.
Come risparmiare per l’installazione e posa in opera
Questi impianti costano di più dei tradizionali, anche se la spesa iniziale con il risparmio energetico si ammortizza in poco tempo. Il costo al mq varia dai 50 ai 70 euro, in base al sistema prescelto e ai materiali. Il sistema elettrico in genere costa meno anche perché la sua installazione è meno invasiva (ad esempio può essere messo sopra a pavimenti già esistenti), anche se è meno efficiente di quello ad acqua. Tuttavia, esistono delle agevolazioni fiscali di particolare interesse: per i lavori di ristrutturazione standard si può avere uno sconto fiscale del 50% della spesa, che sale al 65% in caso di riqualificazione energetica (come in questo caso). Non solo: in caso di Superbonus 110% e quindi in presenza di lavori trainanti come il cappotto termico sull’intero edificio, l’installazione del riscaldamento energetico può rientrare come lavoro trainato volto all’efficientamento energetico divenendo sostanzialmente gratuito.