Detrazione ristrutturazione 2023 aggiornamento sui bonus

Detrazione ristrutturazione 2023-24? Ogni anno le varie leggi di bilancio varate dal governo cambiano le carte in tavola per ciò che riguarda i bonus fiscali offerti a chi si impegna in ristrutturazioni edilizie più o meno importanti. Cosa è cambiato per i lavori in corso rispetto al passato? Quali sono le scadenze, il limite delle detrazioni, i lavori ammessi ed i casi particolari come la seconda casa o l’acquisto diretto dei materiali? Ecco tutto quello che occorre sapere su ogni aggiornamento al riguardo.

Detrazione ristrutturazione 2023-2024 di cosa si tratta?

Il bonus ristrutturazione è un’importante opportunità per risparmiare sulle spese di ristrutturazione edilizia e migliorare il comfort e l’efficienza energetica della propria abitazione. Di fatto si tratta di un’agevolazione fiscale che consente di portare in detrazione dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione edilizia effettuati su immobili residenziali – quindi non per uffici o negozi – e relative pertinenze per un limite massimo di spesa agevolabile di 96.000 euro per ogni unità immobiliare. La detrazione non è immediata, ma viene ripartita in 10 rate annuali di pari importo. Questo bonus è frutto di un aggiornamento, anzi di una conferma, ovvero quella della legge di bilancio 2022 che proroga l’agevolazione fiscale così descritta fino al 31 dicembre 2024. Il tutto salvo cambiamenti in corso d’opera come quelli a cui si assiste con regolarità purtroppo per il superbonus 110%.  Dal 1° gennaio 2025, se non ci fossero ulteriori proroghe o modifiche la detrazione tornerà al 36% con un limite di spesa di 48.000 euro come era stato in passato.

Bonus ristrutturazione: ultimi aggiornamenti per il 2023 e il 2024

Per usufruire del bonus ristrutturazione, è necessario comunque rispettare alcune condizioni e adempimenti, come ben descritto nelle pagine dedicate dell’Agenzia delle Entrate. Quali? Innanzitutto, il beneficio fiscale è concesso solo per determinati tipi di lavori, indicati dalla stessa normativa e sono i seguenti:

• lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle parti comuni degli edifici residenziali in condominio

• lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali;

• interventi complementari, come quelli finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, alla prevenzione del rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi, agli interventi antisismici, alla bonifica e al risparmio energetico non qualificato.

Inoltre, bisogna pagare le spese con modalità tracciabili, come bonifico bancario o postale, carta di credito o debito o assegno bancario o circolare. Nel caso del bonifico, bisogna indicare nella causale la normativa di riferimento, nonché tutti i dati del caso, ovvero il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il codice fiscale o la partita Iva del soggetto a favore del quale è effettuato il pagamento e la natura dell’intervento.

Infine, bisogna scegliere una delle tre modalità previste per fruire del bonus:

• detrazione: si ottiene una riduzione dell’imposta lorda dovuta in sede di dichiarazione dei redditi;

• cessione del credito: si cede il credito d’imposta a terzi, come il fornitore dei beni o dei servizi, una banca o un intermediario finanziario, che lo utilizza in compensazione;

• sconto in fattura: si ottiene uno sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore dei beni o dei servizi, pari all’importo della detrazione spettante, che a sua volta recupera il credito in compensazione.

Detrazione ristrutturazione seconda casa: cosa occorre sapere?

La detrazione ristrutturazione spetta anche per i lavori effettuati sulla seconda casa, purché si tratti di un’abitazione residenziale e non di un immobile strumentale o destinato alla locazione. La seconda casa può essere posseduta in proprietà, in usufrutto, in comodato d’uso gratuito o in locazione. In quest’ultimo caso, il conduttore deve avere il consenso del proprietario per effettuare i lavori e deve indicare nella comunicazione all’Agenzia delle Entrate il codice fiscale del locatore. La detrazione spetta anche per le spese relative alle pertinenze della seconda casa, come box, cantine, soffitte, posti auto ecc.

Casi particolari detrazione ristrutturazione: cosa accade con coniuge incapiente, figlio convivente o figlio non convivente?

La detrazione ristrutturazione spetta al soggetto che sostiene le spese e che possiede i requisiti previsti dalla normativa. Tuttavia, ci sono alcuni casi particolari da considerare:

detrazione ristrutturazione coniuge incapiente: se il coniuge che sostiene le spese non ha redditi sufficienti per usufruire della detrazione, può trasferire il diritto al bonus al coniuge che ha redditi più elevati. In questo caso, bisogna indicare nella dichiarazione dei redditi di entrambi i coniugi i dati relativi alle spese sostenute e alla quota di detrazione trasferita;

• detrazione ristrutturazione figlio convivente: se il figlio convivente sostiene le spese per i lavori effettuati sull’immobile di proprietà dei genitori, può usufruire della detrazione se è fiscalmente a carico dei genitori. In questo caso, bisogna indicare nella dichiarazione dei redditi del figlio i dati relativi alle spese sostenute e nella dichiarazione dei redditi dei genitori i dati relativi all’immobile oggetto dei lavori;

• detrazione ristrutturazione figlio non convivente: se il figlio non convivente sostiene le spese per i lavori effettuati sull’immobile di proprietà dei genitori, può usufruire della detrazione se è fiscalmente a carico dei genitori e se l’immobile è adibito ad abitazione principale del figlio. In questo caso, bisogna indicare nella dichiarazione dei redditi del figlio i dati relativi alle spese sostenute e nella dichiarazione dei redditi dei genitori i dati relativi all’immobile oggetto dei lavori.

Detrazione ristrutturazione ed acquisto diretto dei materiali: cosa occorre sapere?

La detrazione ristrutturazione spetta anche per le spese relative all’acquisto diretto dei materiali necessari per i lavori, purché si tratti di materiali che incidono sulle prestazioni tecniche dell’immobile, come ad esempio infissi, sanitari, pavimenti ecc. questo vale anche se si fanno lavori “in economia” ovvero senza rivolgersi ad una ditta, laddove il proprietario di casa sia in grado di effettuare piccole o grandi ristrutturazioni.  La detrazione non spetta invece per i materiali che hanno una funzione meramente estetica o decorativa, come ad esempio tende, lampadari, mobili ecc. Per poter beneficiare della detrazione per l’acquisto diretto dei materiali, bisogna comunque rispettare determinate condizioni che sono le seguenti:

• pagare le spese con modalità tracciabili previste dalla normativa;

• conservare la documentazione relativa all’acquisto (fatture o ricevute) e alla consegna (documenti di trasporto o ricevute di ritiro);

• comunicare se necessario, in base al tipo di ristrutturazione, alle autorità competenti l’inizio dei lavori; i tramite il modello ENEA entro 90 giorni dal loro avvio;

• indicare nella dichiarazione dei redditi le spese sostenute.

Cosa accade alle detrazioni in caso di vendita di un immobile ristrutturato e oggetto di bonus?

Si può vendere un immobile ristrutturato che è stato oggetto di bonus? Se le agevolazioni fiscali prevedono uno sconto ai fini IRPEF nell’arco di 10 anni e si vende prima, cosa accade? Il Ministero dell’Economia e Finanze è dovuto intervenire al riguardo con il decreto requisiti 6/8/2020, per rispondere a questa domanda, specificando quanto segue: in caso di “trasferimento per atto dell’immobile” “le detrazioni fiscali di cui non si è usufruito passano all’acquirente… Salvo diverso accordo tra le parti, per i rimanenti periodi d’imposta”.  In sintesi:

  • In caso di vendita dell’immobile, le detrazioni fiscali per la ristrutturazione possono essere trasferite all’acquirente, salvo diverso accordo tra le parti, per i rimanenti periodi d’imposta.
  • Il venditore può trattenere le detrazioni fiscali per la ristrutturazione se lo specifica nell’atto di compravendita o in una scrittura privata autenticata.
  • Le detrazioni fiscali per il bonus mobili ed elettrodomestici non vengono trasferite all’acquirente, ma rimangono a disposizione di chi ha sostenuto le spese.

Consigli pratici per sfruttare al meglio la detrazione ristrutturazione 2023-24

Un bravo commercialista sa consigliare come muoversi al riguardo per cui è opportuno chiedere un consiglio professionale prima di muoversi con ristrutturazioni di vario tipo. Le aliquote, infatti, possono cambiare in base ai lavori, oppure è possibile usufruire di ulteriori bonus per migliorare la propria casa come quello per il verde, destinato a terrazzi e giardini, quello per i nuovi arredi ed elettrodomestici o per rifare in bagno. Se si sta pensando di acquistare una casa da ristrutturare invece, lo stesso agente immobiliare può offrire suggerimenti sui vari bonus fiscali che aiutano a risparmiare.

Riepilogo dell'articolo

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