Comprare casa senza essere sposati: come tutelarsi?

Comprare casa senza essere sposati è possibile: è un passo che decidono di fare molte coppie che non credono nell’istituzione del matrimonio, sia esso religioso o civile. Tuttavia, questo può comportare degli inconvenienti importanti nel futuro, perché la legge che tutela sotto molti aspetti le coppie di fatto e conviventi, non fa altrettanto in materia di proprietà immobiliare e fiscale. Ecco cosa occorre sapere ed alcuni consigli se non si vogliono avere brutte sorprese.

Comprare casa coppia non sposata vs sposata

Fino a poco tempo fa le coppie di fatto e conviventi non erano minimamente tutelate dal punto di vista legale, fiscale e patrimoniale. Oggi fortunatamente le cose sono cambiate, ma occorre conoscere bene le normative per agire di conseguenza e preventivamente. La Legge Cirinnà del 2016 in particolare ha introdotto e disciplinato l’importante aspetto patrimoniale per cui in caso di morte di uno dei partner o di separazione è possibile fare riferimento alla normativa sul regime della comunione dei beni anche per le coppie non sposate, automatico per quelle coniugate. Tuttavia, non sono stati ancora districati con chiarezza tutti i nodi e quindi spesso ci si può trovare in difficoltà.

Un altro aspetto importante è quello della stipula del mutuo: oggi è possibile farlo congiunto, ovvero richiederlo insieme anche senza essere sposati. Anzi. La normativa italiana prevede dei mutui a tassi agevolati, con garanzie e fondi prima casa per tutte le giovani coppie under 36 che desiderino acquistare un immobile per andarci ad abitare, a patto che uno dei due abbia meno di 36 anni.

Comprare casa senza essere sposati: tutele e consigli

Se si vuole comprare una casa senza essere sposati ed evitare potenziali futuri problemi la cosa migliore da fare è l’acquisto congiunto, ovvero firmare insieme il rogito, come comproprietari al 50% (o altre percentuali concordate). Purtroppo, in caso di mutuo cointestato la questione si complica in materia di detrazioni fiscali. Può detrarre gli interessi passivi sul mutuo di una prima casa solo chi è intestatario sia del finanziamento che dell’immobile. In caso di matrimonio il coniuge senza un reddito è ritenuto fiscalmente a carico dell’altro e quindi si può richiedere un’unica complessiva detrazione nel 730. Con le coppie conviventi questo non è possibile.

L’agevolazione fiscale sarà prevista solo per chi lavora, per la sua quota di proprietà e mutuo. Un’altra soluzione che può risolvere eventuali futuri conflitti patrimoniali (ma non fiscali) in una coppia non sposata è la redazione di una “scrittura privata tra conviventi” o contratto di convivenza che stabilisca o meno la comunione dei beni. Ha un valore legale anche se non è autenticata da un notaio, benché questa sia la soluzione più sicura. Si tratta di un contratto scritto (previsto anche dall’articolo 1322 del Codice Civile) con cui è possibile stabilire a priori degli accordi in vari ambiti della convivenza, non ultime le questioni patrimoniali, e l’acquisto della casa. È simile ai contratti prematrimoniali, in cui si decide in caso di separazione, come saranno suddivisi i beni sia mobili che immobili. Certamente quando si decide di andare a vivere insieme non è una cosa a cui si pensa, si desidera condividere tutto con amore, ma il futuro può essere inquieto e dunque è sempre meglio rifletterci su per non farsi trovare impreparati. In questo caso, ad esempio, se l’acquisto dell’immobile è a nome di uno solo, e si è scelta la comunione dei beni con una scrittura privata, l’immobile automaticamente diverrà proprietà anche dell’altro partner, proprio come in una coppia sposata.

Contratto di convivenza e successione casa coppie non sposate

Attenzione però. La scrittura privata può valere in caso di separazione, ma se uno dei due conviventi muore ed è unico titolare totale o in quota della proprietà di una casa, la famiglia può intervenire richiedendone l’eredità. Nonostante alcune sentenze favorevoli per il convivente, nelle coppie non sposate il partner che sopravvive non ha alcun diritto di successione diretta. C’è un vero vuoto normativo al riguardo. L’alternativa? L’unica e certa tutela per il mantenimento della casa o di altri beni è il testamento a favore del convivente.

Riepilogo dell'articolo

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