Come finanziare lavori di ristrutturazione nel 2024?

Come finanziare i lavori di ristrutturazione nel 2024? Esistono particolari convenzioni, bonus fiscali e cessioni del credito con sconto in fattura? La normativa è ogni anno più complessa e si inserisce in situazioni economicamente difficili per numerose famiglie nonostante la Comunità Europea richieda di riqualificare energeticamente tutti gli immobili dei Paesi Membri. Purtroppo, però l’ultima legge di Bilancio non ha messo in campo finanziamenti adeguati, anzi con il nuovo anno sono decaduti alcuni precedenti benefici. Rimangono alcuni bonus fiscali per ristrutturare casa, alcuni fortemente modificati, ma non è più possibile accedere allo sconto in fattura e quindi occorre anticipare le spese. Dove trovare i soldi? Ecco tutte le soluzioni possibili.

Finanziamenti per ristrutturare casa, tutti i tipi

Devi ristrutturare la tua casa, ma non hai liquidità per pagare la ditta che esegue i lavori? Il mercato finanziario mette a disposizione dei cittadini diverse soluzioni come prestiti personali, mutui, cessioni del quinto, leasing immobiliare e altre forme di credito, a seconda delle tue esigenze e della tua situazione economica. Quali sono i migliori e più convenienti? Come ottenerli? A cosa bisogna prestare attenzione? Ovviamente dipende dai singoli casi: questi finanziamenti hanno diverse modalità di erogazione, durata, tassi di interesse, garanzie richieste e condizioni di rimborso. Questa una sintetica descrizione delle varie tipologie:

·      Prestiti personali: sono dei finanziamenti non finalizzati, ovvero che non richiedono di specificare la finalità del prestito. Puoi richiederli presso una banca o una finanziaria, presentando un documento di identità, il codice fiscale, una busta paga o dichiarazione dei redditi. Utile allegare una motivazione, sia esso il preventivo dell’odontoiatra come quello dell’impresa edile per ristrutturare la casa. In genere si tratta di prestiti di importi di piccola e media entità, con tassi di interesse fissi o variabili ed una durata variabile dai 12 ai 120 mesi.

·      Mutui: sono prestiti finalizzati, ovvero specifici per ristrutturazione, che permettono importi anche di grande entità, basati sul valore dell’immobile che comunque diventa una garanzia per il rimborso. La durata varia da 5 a 30 anni. Alla banca occorre presentare attestazioni di reddito, documenti di identità e dell’immobile.

·      Cessione del quinto: si può richiedere presso un qualunque istituto di credito, ma è comunque un’opzione riservata a dipendenti pubblici o privati e ai pensionati. Di fatto si può richiedere una quota limite che è fino a un quinto del reddito per rimborsare il prestito, entro 10 anni. In genere il tasso di interesse è fisso ed è richiesta una polizza assicurativa obbligatoria. Le cessioni del quinto sono adatte per finanziare lavori di ristrutturazione di qualsiasi entità, con importi fino a 75.000 euro.

·      Leasing immobiliare: consiste nel concedere in locazione un immobile da ristrutturare, con la possibilità di acquistarlo al termine del contratto di leasing. Ha una durata variabile da 10 a 30 anni, un canone mensile e un riscatto finale. È adatto per finanziare lavori di ristrutturazione di grande entità, con importi fino al 100% del valore dell’immobile.

Per tutti questi tipi di finanziamento occorre presentare documenti di identità, fiscali, di reddito e spesso anche dell’immobile stesso, oltre che i preventivi dei lavori da fare.

Finanziamenti per ristrutturare casa 2024, cosa occorre sapere?

Prima di scegliere la soluzione più adatta al tuo caso devi comunque tenere presente alcune cose importanti, come il costo totale del finanziamento che dipende dal tasso di interesse, dalle spese accessorie quali le commissioni, le imposte, le assicurazioni, etc. e la durata del prestito stesso. Inoltre, devi conoscere tua capacità di rimborso, che dipende dal reddito, onde evitare di procedere ad esempio con la richiesta di un mutuo che poi verrebbe negato facendoti perdere tempo e spesso anche soldi per le istruttorie. Ovviamente bisogna poi prestare una particolare attenzione alle clausole contrattuali che stabiliscono le condizioni di erogazione, rimborso, modifica e risoluzione del prestito.

Come finanziare lavori di ristrutturazione nel 2024: i bonus fiscali

Anche se non esistono più le cessioni del credito per gli sconti in fattura, è ancora possibile usufruire di bonus fiscali per la ristrutturazione edilizia, per recuperarne in parte e nel tempo le spese attraverso detrazioni dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o delle società (IRES), che si applicano in base al tipo di intervento, all’importo della spesa e alle caratteristiche dell’immobile. Sono tutte agevolazioni abbinabili anche alle varie forme di finanziamento sopra descritte. Quali sono i principali bonus fiscali ancora in vigore nel 2024?

·      Bonus ristrutturazioni: è una detrazione IRPEF del 50% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ampliamento e demolizione e ricostruzione di immobili residenziali e non residenziali. Si applica per spese fino a 96.000 euro per unità immobiliare e va ripartito in 10 rate annuali di pari importo. Comporta l’accesso anche al bonus mobili per spese fino a 10.000 euro.

·      Bonus verde: è una detrazione IRPEF del 36% delle spese sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, comprese le opere di irrigazione e di drenaggio. Il bonus verde si applica per spese fino a 5.000 euro per unità immobiliare e va ripartito in 10 rate annuali di pari importo.

·      Sismabonus: è una detrazione IRPEF o IRES del 50%, 70% o 80% delle spese sostenute per interventi antisismici su edifici ubicati nelle zone a rischio. Per spese fino a 96.000 euro per unità immobiliare e va ripartito in 5 rate annuali di pari importo.

·      Superbonus: l’aliquota 110% è stata eliminata per lasciare spazio ad una al 70% per le spese sostenute nel 2024 e 65% per quelle del 2025.  È concesso però ad un numero inferiore di contribuenti, ovvero ai condomini o ai proprietari di edifici contenenti dalle 2 alle 4 unità immobiliari.

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Riepilogo dell'articolo

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